Espandere l’offerta dei prodotti in altri paesi europei, può essere uno dei primi passi per far crescere il tuo negozio online. Quali sono le opzioni per estendere i mercati nei quali i prodotti del tuo e-commerce possono essere venduti?
La prima cosa da fare sono ovviamente dei test specifici per i paesi nei quali intendi far crescere il tuo e-commerce. Una volta che i test commerciali hanno dato esito positivo, puoi pensare di:
- Gestire il magazzino in Italia e spedire dall’Italia tutti i prodotti
- Ricercare un deposito nel paese estero e gestire un deposito grazie ad un operatore di logistica;
- Individuare una società che commercializza i tuoi prodotti all’interno del paese.
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Gestire il magazzino in Italia e spedire dall’Italia tutti i prodotti
Questa è l’opzione possibile per chi comincia ad avviare la penetrazione commerciale in un altro paese. E’ utile per tastare i gusti di altri paesi senza grossi investimenti in logistica. Il principale riflesso negativo riguarda i tempi di consegna. Certamente spedendo dall’estero la vostra merce i tempi di consegna si allungano. Di fatto questa ipotesi di gestione dei mercati esteri è possibile solo per particolari tipi di merci.
Ricercare un deposito nel paese estero e gestire un deposito tramite un operatore di logistica e trasporti
Aprire un deposito all’estero, richiede di aprire una posizione iva. Ciò comporta che occorre contattare un commercialista locale, al quale richiedere lo svolgimento delle formalità. Occorre superare le difficoltà legate alla lingua, anche se è piuttosto comune trovare un consulente fiscale che sappia l’inglese. Il commercialista estero dovrà preoccuparsi di versare l’iva sulle vendite effettuate e dovrà gestire le fatture emesse per il trasporto della merce nel paese in cui è presente il deposito.
Individuare una società che commercializza i tuoi prodotti all’interno del paese
Nel caso in cui riusciamo a individuare dei rivenditori nel paese estero, possiamo evitare di aprire una posizione iva in un solo caso ben specifico: stipuliamo un contratto di Consignment stock o di Call of Stock.
Un contratto di Consignment stock prevede che la merce viene consegnato all’azienda rivenditrice in un deposito. Quando l’azienda partner preleverà la merce, solo allora, si avrà cura di gestire gli adempimenti iva di fatturazione.
Nel contratto di Call of Stock la merce viene consegnata all’azienda estera e inserita in un deposito. L’azienda partner utilizzerà la merce all’interno del proprio processo produttivo. Anche in questo caso il passaggio di proprietà della merca avverrà solo al momento del prelievo della merce, per cui gli adempimenti relativi alla fatturazione sorgeranno solo al momento del prelievo.
Tra i due contratti sotto il profilo fiscale, non c’è alcuna differenza: in tutti e due i casi, con il meccanismo del deposito all’estero, si potrà evitare di aprire una propria posizione iva all’estero con il risparmio conseguente che deriva dal poter evitare di: nominare un rappresentante fiscale, pagare le spese del commercialista estero, e quindi semplificare la gestione burocratica dell’ecommerce.
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