Nel labirinto delle tasse e della contabilità, molti di noi si affidano a un commercialista, sperando di trovare una bussola per orientarsi tra moduli, scadenze e normative in continua evoluzione. Tuttavia, è fondamentale capire che affidarsi a un esperto non significa liberarsi completamente dalle proprie responsabilità fiscali. Anzi, è proprio in questo rapporto di fiducia che si nascondono insidie che, se non gestite correttamente, possono portare il contribuente a commettere reati senza nemmeno rendersene conto.

Immaginate di essere al volante di un’auto: il commercialista è come un navigatore satellitare che vi suggerisce la strada, ma siete voi a tenere il volante e a decidere quale direzione prendere. Allo stesso modo, nel mondo fiscale, il commercialista vi guida, ma la responsabilità ultima delle vostre dichiarazioni dei redditi e dei vostri adempimenti fiscali rimane saldamente nelle vostre mani.

La prima cosa da tenere a mente è che la legge considera gli obblighi fiscali come personali e non delegabili. Questo significa che, anche se avete incaricato un professionista di occuparsi delle vostre tasse, siete voi a dover rispondere di eventuali omissioni o errori. È un po’ come firmare un contratto senza leggerlo: la vostra firma vi rende responsabili, indipendentemente dal fatto che ne abbiate compreso o meno il contenuto.

Ma non lasciatevi spaventare: essere consapevoli di questa responsabilità è il primo passo per proteggersi. Il segreto sta nel mantenere un ruolo attivo nella gestione delle proprie questioni fiscali, anche quando ci si affida a un professionista. Non si tratta di diventare esperti fiscali overnight, ma di adottare un atteggiamento vigile e interessato.

Iniziate col prendere confidenza con le principali scadenze fiscali che vi riguardano. Non c’è bisogno di memorizzarle tutte, ma avere un’idea generale vi permetterà di fare le giuste domande al vostro commercialista e di verificare che tutto proceda secondo i tempi previsti. È un po’ come tenere d’occhio il calendario per non dimenticare gli appuntamenti importanti.

Non abbiate timore di chiedere spiegazioni al vostro commercialista. Un buon professionista sarà felice di illustrarvi, in termini comprensibili, i punti salienti delle vostre dichiarazioni dei redditi. Non si tratta di mettere in dubbio la sua competenza, ma di esercitare il vostro diritto (e dovere) di capire ciò che state firmando. Pensateci come a una visita medica: anche se non siete dottori, volete capire cosa dice la diagnosi e quale terapia vi viene prescritta.

Una buona pratica è quella di richiedere e conservare copia di tutta la documentazione fiscale che vi riguarda. Non limitatevi a firmare e dimenticare: create un archivio personale, magari digitale, dove tenere traccia di dichiarazioni, ricevute e comunicazioni importanti. Questo non solo vi aiuterà a essere più consapevoli della vostra situazione fiscale, ma potrebbe rivelarsi prezioso in caso di controlli o contestazioni future.

Prestate particolare attenzione a situazioni che potrebbero sembrare vantaggiose nell’immediato, ma che nascondono rischi. Se il vostro commercialista vi propone soluzioni che sembrano troppo belle per essere vere, come drastiche riduzioni delle tasse da pagare attraverso metodi poco chiari, è il momento di alzare le antenne. Ricordate: nel campo fiscale, le scorciatoie spesso si rivelano vicoli ciechi che possono portare a guai seri.

Non esitate a chiedere una seconda opinione se qualcosa non vi convince. Consultare un altro professionista su punti specifici non è un segno di sfiducia verso il vostro commercialista di fiducia, ma un modo per tutelare voi stessi e, indirettamente, anche lui. È come chiedere un secondo parere medico per una diagnosi importante: una precauzione che può fare la differenza.

Ricordate che, in caso di problemi, dire “non lo sapevo” o “me ne occupava il mio commercialista” raramente costituisce una difesa valida agli occhi della legge. I tribunali hanno ripetutamente sottolineato che il contribuente ha il dovere di vigilare, almeno a grandi linee, sulla correttezza dei propri adempimenti fiscali.

D’altra parte, non cadete nell’errore opposto di pensare che ogni minimo errore possa portarvi in tribunale. La legge riconosce la differenza tra un errore in buona fede e un tentativo deliberato di evasione fiscale. Ciò che conta è dimostrare di aver agito con diligenza e onestà, mantenendo un atteggiamento collaborativo con il fisco.

In conclusione, il rapporto con il vostro commercialista dovrebbe essere basato sulla fiducia, ma anche sulla consapevolezza e sulla partecipazione attiva. Non si tratta di diventare esperti fiscali, ma di essere cittadini responsabili che comprendono l’importanza dei propri doveri fiscali. Mantenendo un equilibrio tra fiducia nel professionista e vigilanza personale, potrete navigare più serenamente nel mare, talvolta agitato, delle responsabilità fiscali, riducendo al minimo il rischio di incappare involontariamente in comportamenti illeciti.

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