Se sei uno psicologo che sta per avviare la propria attività o stai già lavorando, ti sarai sicuramente chiesto: devo aprire la partita IVA? E come funziona davvero? In Italia, l’apertura della partita IVA non è solo un obbligo burocratico, ma rappresenta un vero e proprio biglietto d’ingresso nel mondo professionale e fiscale.

Quando devi aprire la partita IVA?

La regola generale è che, una volta iscritto all’Albo degli Psicologi, se eserciti la professione con regolarità e continuatività, è necessario aprire la partita IVA. Questo vale anche se la tua attività è in forma di collaborazione con altri studi o professionisti. Non esiste una soglia minima di guadagno al di sotto della quale si può evitare questo adempimento. Infatti, anche se stai iniziando con poche sedute a settimana, l’Agenzia delle Entrate potrebbe considerare la tua attività come abituale, e in questo caso, la partita IVA è obbligatoria .

Se ti occupi solo occasionalmente di attività psicologica, per esempio insegnando un corso una tantum, potresti fare una prestazione occasionale. Tuttavia, queste prestazioni devono essere limitate nel tempo e non possono superare i 5.000 euro all’anno.

Quali vantaggi e regimi fiscali?

Quando apri la partita IVA, una delle prime decisioni riguarda il regime fiscale da scegliere. Per molti psicologi che iniziano, il regime forfettario rappresenta la soluzione migliore. Questo regime è riservato a chi ha un fatturato inferiore a 85.000 euro l’anno e permette di semplificare moltissimo la gestione fiscale. Non si deve applicare l’IVA alle fatture e, invece di tenere traccia di tutte le spese, il reddito imponibile si calcola applicando una percentuale forfettaria di riduzione sui ricavi. Questo rende la contabilità molto più semplice .

Il regime forfettario ha anche il vantaggio di una tassazione agevolata: per chi apre la partita IVA per la prima volta, l’aliquota è del 5% per i primi cinque anni (poi passa al 15%). È un ottimo modo per iniziare a lavorare senza essere subito gravato da tasse pesanti.

Come gestire la fatturazione?

Una volta aperta la partita IVA, dovrai occuparti della fatturazione. La buona notizia è che, per gli psicologi, molte delle prestazioni sono esenti da IVA. Questo significa che non dovrai applicare l’IVA sulle tue fatture. Tuttavia, per le fatture di importo superiore a 77,47 euro, dovrai applicare una marca da bollo da 2 euro .

Se collabori con altri professionisti o strutture sanitarie, può essere necessario applicare la ritenuta d’acconto, che rappresenta un anticipo sulle imposte da pagare. Questa somma viene versata dal cliente direttamente all’Agenzia delle Entrate e ti sarà poi sottratta dal calcolo delle tasse dovute.

Iscriviti all’ENPAP

Oltre all’apertura della partita IVA, uno degli obblighi per chi esercita la professione di psicologo è l’iscrizione all’ENPAP (Ente Nazionale di Previdenza ed Assistenza per gli Psicologi). L’iscrizione va fatta entro 90 giorni dal primo compenso ricevuto e, una volta iscritto, dovrai versare i contributi previdenziali ogni anno .

L’ENPAP offre non solo una pensione per il futuro, ma anche altre tutele come l’indennità di malattia e maternità, quindi è importante essere informati sui diritti e le opportunità che derivano da questa iscrizione.

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