Chiudere un ecommerce, o in particolare cessare l’attività dell’ecommerce, non prevede soltanto la cessazione della partita iva. Riceviamo molti contatti da chi ha avviato un e-commerce, e successivamente ha deciso di abbandonare l’attività per vari motivi. Molto spesso veniamo a conoscenza di situazioni nelle quali chi ha avviato un e-commerce non ha ricevuto la giusta consulenza fiscale, e questo dispiace, essendo noi specializzati nella consulenza fiscale proprio ad e-commerce. Altri motivi che riscontriamo e che portano alla cessazione della partita iva di un e-commerce sono:
- Mancata raccolta dei capitali necessari per superare la fase iniziale di lancio dell’e-commerce. In altre parole spesso vengono sottovalutate le spese di gestione che un e-commerce porta con se, ad esempio: spese di marketing, spese per l’infrastruttura, per per l’adeguamento normativo, costi di logistica e di packaging.
- Sopravvalutazione dei tempi di crescita del sito web, grazie alla sola SEO. La Search Enging Optimization richiede tempo, pertanto anche il miglior sito ottimizzato necessita di tempo affinché venga “digerito” dai motori di ricerca nel modo corretto. In ogni caso è generalmente necessario affiancare delle campagne di marketing per riuscire a “emergere” rispetto ai concorrenti.
- Errata individuazione del prezzo del prodotto o dei prodotti che si vendono sul proprio sito web. In taluni casi abbiamo visto che erano sbagliati i calcoli sul margine che erano stati effettuati, a volte il prezzo non corrispondeva all’immagine del prodotto e talvolta semplicemente con pochi click era facile individuare alternative identiche al prodotto venduto. E’ necessario che il livello di prezzo sia coerente con il posizionamento del prodotto sul mercato e che sia coerente con il canale di vendita che si utilizza.
Vedi anche il nostro articolo su Chiudere partita iva: guida a tempi, modi e costi
Quello che è importante quindi sapere è che la cessazione della partita iva dell’e-commerce non significa solo comunicare la cessazione partita iva all’Agenzia delle Entrate. Infatti quando si avvia un e-commerce occorre comunicare l’avvio anche allo Sportello Unità Produttive del Comune in cui ha sede l’attività attraverso una pratica telematica. Occorre inoltre prevedere l’iscrizione alla gestione commercianti dell’INPS (a meno di non essere dipendente full-time) e quindi occorre cancellare tale posizione quando si procede alla chiusura dell’e-commerce. Altra cancellazione da operare è quella dal Registro Imprese nel quale si era iscritta la ditta al momento dell’avvio dell’attività.
In definitiva sono 4 le comunicazioni da operare per chiudere il tuo e-commerce.
Attendere la cessazione d’ufficio per la chiusura della partita iva? Alcuni avendo sentito parlare della cessazione d’ufficio della partita iva sperano che possa intervenire e quindi risparmiare i costi per la cessazione. Per nostra esperienza tale cessazione avviene in casi molto sporadici, laddove per qualche motivo si avverano dei controlli sulla posizione della ditta: in questi casi avviene la cancellazione della ditta in Camera di Commercio e anche la chiusura della partita iva. Può accadere però che la posizione INPS rimanga attiva e anche la licenza comunale presso il SUAP rimane attiva e quindi comunque vanno cessate. In ogni caso la cessazione d’ufficio non è mai retroattiva e quindi è meglio intervenire prima che avvenga la cessazione d’ufficio se per qualsiasi motivo ci si è dimenticati di chiudere la partita iva.
Cessazione partita iva
Per scoprire le tariffe che pratichiamo per la cessazione della partita iva puoi consultare questo articolo, https://www.legalefiscale.it/blog/chiudere-partita-iva-guida-a-tempi-modi-e-costi/ al fondo trovi i dettagli.