Chiudere partita iva dovrebbe essere la naturale conseguenza della cessazione dell’attività. In questo articolo ci poniamo l’ambizioso compito di realizzare una mini guida alla chiusura della partita iva.

Spesso la chiusura della partita iva è un adempimento che viene trascurato, si pensa che con la cessazione dell’attività, non si abbia più alcun obbligo nei confronti del fisco, e così la partita iva non viene chiusa.

Spesso la chiusura dell’attività porta a dover affrontare molti debiti e può capitare che ci si possa dimenticare di chiudere la partita iva.

E’ bene sapere che l’Agenzia delle Entrate non applica sanzioni per la chiusura della partita iva comunicata in ritardo. Può capitare addirittura di vedersi chiudere d’ufficio il numero di partita iva che vi era stato attribuito. Così come può capitare di vedersi chiudere d’ufficio la posizione in Camera di Commercio.

In tutti i casi in cui la partita iva è da chiudere in ritardo è bene rivolgersi a un Commercialista esperto che sappia impostare la pratica di chiusura, dandoti così la possibilità di annullare eventuali cartelle emesse da Agenzia della Riscossione.

Gli enti a cui comunicare la chiusura della partita iva.

Capita spesso quindi che non solo la partita iva non viene chiusa e quindi che l’Agenzia delle Entrate non sia informata della cessazione dell’attività. Affianco all’Agenzia delle Entrate ci sono altri enti a cui è necessario comunicare la cessazione dell’attività che sono:

  • INPS, Istituto Nazionale di Previdenza Sociale. Se a questo ente non viene comunicata la cessazione dell’attività, esso continuerà ad inviare le richieste di pagamento dei contributi fissi commercianti o artigiani. Tale richieste si trasformeranno con il tempo in cartelle di pagamento depositate presso Agenzia della Riscossione.
  • SUAP – Altra dimenticanza piuttosto comune è quella di non comunicare la chiusura della partita iva agli uffici comunali che rilasciano la licenza per l’esercizio dell’attività commerciale. Anche da questa dimenticanza possono sorgere delle sanzioni per omessa comunicazione della cessazione.
  • INAIL – Anche a questo ente, di interesse principalmente per gli artigiani, deve essere comunicata la cessazione della partita iva. Anche questo ente se non riceve alcuna comunicazione continua a ritenere di dover riscuotere i premi assicurativi contro gli infortuni, ed oltre a ciò, quando scopre che si è comunicato in ritardo una cessazione di partita iva, richiede il pagamento di una sanzione per la ritardata comunicazione.
  • Camera di Commercio – La Camera di Commercio è l’ente a cui comunicare la cessazione dell’attività nel caso l’attività venga svolta sotto forma di ditta individuale. Anche questo ente in assenza di comunicazione di chiusura della partita iva, continua nel corso degli anni a richiedere il pagamento del diritto annuo camerale. Nel caso delle società di capitali continuerà a inviare comunicazioni per richiedere il deposito del bilancio. In pratica anche verso questo ente continuerà l’accumulazione di un debito che finirà presso l’Agenzia della Riscossione.

Quando torna in mente che non hai chiuso partita iva

Molto spesso, si scopre o ci si ricorda di avere una partita iva aperta, nel momento in cui:

  • si richiedono prestazioni per le quali è richiesto il calcolo dell’ISEE
  • Può capitare che in fase di assunzione presso una azienda, il consulente del lavoro verifichi che c’è una posizione commercio aperta.
  • Si riceve una intimazione di pagamento da parte dell’Agenzia della Riscossione per contributi pregressi ed imposte non pagate.

La chiusura della partita iva per la ditta

Se hai una ditta individuale la chiusura della partita iva avviene in modo pressochè immediato e rapido.

Se una ditta individuale di commercio dovrai cessare:

  • la partita iva
  • cancellare la ditta dal registro imprese
  • comunicare la chiusura al SUAP
  • comunicare la chiusura all’INPS commercianti.

Se una ditta individuale di artigiano dovrai cessare:

  • la partita iva
  • cancellare la ditta dal registro imprese
  • comunicare la chiusura al SUAP
  • comunicare la chiusura all’INPS artigiani
  • comunicare la chiusura posizione INAIL.

La comunicazione della cessazione della partita iva presso l’Agenzia delle Entrate la puoi fare di persona recendoti presso gli uffici.

La comunicazione al Comune, all’INPS e alla Camera di Commercio, si può fare solo telematicamente ovvero: occorre avere spid e firma digitale per compiere tutte le operazioni, oltre a dover scaricare tutti i software necessari allo svolgimento della pratica.

I costi della chiusura sono limitati. Solo il ruolo artigiani della camera di commercio richiede una tassa di chiusura di circa 20 euro. Gli altri enti non richiedono tasse o bolli.

I tempi: generalmente entro 5-10 giorni lavorativi si ottiene la cancellazione della ditta dalla camera di commercio, unitamente alla chiusura della partita iva. L’INPS comunica la cessazione con tempistiche un pò più dilatate generalmente entro 15-20 giorni.

La chiusura della partita iva del professionista

Per coloro che sono inquadrati come professionisti, la chiusura della partita iva prevede meno adempimenti. In particolare gli enti a cui comunicare la cessazione della partita iva sono:

  • Agenzia delle Entrate dalla quale si ottiene il certificato di cessazione della partita iva
  • Ente di previdenza che potrebbe essere l’INPS o una delle casse private di previdenza, a cui comunicare la cessazione della partita iva.

Tempistiche di chiusura per i professionisti: Agenzia delle entrate entro poche ore dall’invio della pratica invia il certificato di cessazione della partita iva. Per gli enti di previdenza, ciascuno ha le proprie tempistiche.

I costi della cessazione sono pari a zero: nessun ente richiede in questo caso i bolli o diritti.

La chiusura della partita iva delle società di persone:

Per le società di persone la procedura ordinaria prevede che per la cessazione si debba passare da un atto notarile che per primo dichiara cessata la società di persone, al tempo stesso si effettuerà la comunicazione della cessazione della partita iva.

Per le società di persone le tempistiche sono più lunghe, generalmente si parla di 10 giorni dall’atto notarile.

I costi: i costi della chiusura saranno indicati in dettaglio nella fattura del notaio con il quale percepisce il compenso e anticipa le spese di chiusura.

La chiusura della partita iva delle società di capitale:

Per le società di capitali la procedura ordinaria per la chiusura prevede:

  • Dichiarazione di messa in liquidazione presso il notaio
  • Deposito del bilancio finale di liquidazione;
  • Cancellazione della società e chiusura della partita iva della società.

In taluni casi è possibile chiudere la partita iva della società di capitale senza dover andare dal notaio. La procedura di chiusura senza Notaio è maggiormente articolata ed è da valutare caso per caso.

Le tempistiche per la cessazione di una società di capitali si aggirano intorno ai 30 giorni da quando si è dichiarata la messa in liquidazione. I costi di bolli e diritti di segreteria saranno compresi nella fattura del Notaio, per la messa in liquidazione. Occorrerà saldare altri bolli al momento del deposito del bilancio di liquidazione e della cancellazione definitiva.

La chiusura retroattiva della posizione IVA

Un aspetto molto importante da tenere in considerazione, quando si chiude la partita iva, è la data di chiusura della stessa.

Come detto sopra, capita spesso di essersi accorti, che la partita iva è rimasta aperta per una dimenticanza e ciò ha determinato il fioccare di cartelle dell’Agente della Riscossione su impulso dell’INPS, dell’INAIL, della Camera di Commercio, che non vedono pagate le somme dovute, non essendo informate che l’attività è cessata.

In taluni casi è quindi necessario adoperarsi per comunicare la cessazione della partita iva ma con data riferita al momento in cui l’attività è cessata.

E’ importante sapere che la partita iva può essere chiusa retroattivamente solo se l”attività è realmente cessata e non risultano documenti emessi o ricevuti. In realtà è possibile che in caso di inattività la partita iva venga chiusa d’ufficio.

La chiusura retroattiva della partita iva comporta una particolare esperienza nella gestione della pratica. Per questo motivo è bene rivolgersi ad un bravo commercialista che abbia specifica esperienza nella chiusura della partita iva retroattiva.

Le sanzioni per la Chiusura Retroattiva della Partita IVA

Chiudendo in modo retroattivo la partita IVA alcuni enti pur accettando la data passata e quindi chiudendo la pratica di chiusura retroattiva regolarmente a distanza di alcuni mesi vi invieranno delle sanzioni da pagare. Gli enti che a distanza di tempo provvederanno a inviare la sanzione per aver comunicato in ritardo la chiusura della posizione sono:

  • Inail
  • Camera di Commercio

Quali documenti servono per chiudere la partita iva retroattiva?

Proprio perché talvolta ci si dimentica di chiudere la partita iva al momento giusto, potrebbe non essere semplice recuperare tutti i documenti necessari per procedere alla chiusura retroattiva della partita iva. In realtà i documenti non sono necessari, quanto sono necessarie le informazioni utili a identificare con precisione la posizione fiscale. Nel dettaglio le informazioni utili sono:

  • Numero di partita iva e codice fiscale
  • Codice ditta INPS
  • Visura camerale
  • Codice ditta INAIL per quanto riguarda le ditte artigiane.

Come procedere alla chiusura della partita iva

Se devi chiudere solo la partita iva basta che ti rechi presso un qualsiasi ufficio dell’agenzia delle entrate con il modello AA9/12 compilato. Se però devi chiudere anche la posizione INPS, Camera di Commercio e SUAP ti conviene prima ottenere una consulenza sulla chiusura della partita iva.

Quando chiudere la partita iva?

La legge prevede 30 giorni di tempo per comunicare la chiusura della partita iva. Secondo l’Agenzia delle Entrate, se sei un professionista non puoi chiudere la tua partita iva se non hai incassato tutte le fatture relative alla tua attività professionale. Fortunatamente se non hai incassato tutti i tuoi crediti ma hai necessità di chiudere la tua partita iva, magari perché devi essere assunto nella Pubblica Amministrazione, la stessa Agenzia delle Entrate, ha chiarito che è possibile dichiarare come incassate anche le parcelle che non lo sono, in modo da poter chiudere subito la partita iva….soluzione discutibile e che deve essere valutata con l’aiuto di un professionista. Ricordiamo infatti che le circolari non hanno il valore di legge.

Per completezza riportiamo il passaggio della circolare che afferma l’impossibilità di chiudere la partita iva se non sono incassate le fatture e la relativa soluzione suggerita:

“…Ne consegue che, nel caso in cui il contribuente che applica il regime fiscale di vantaggio voglia cessare l’attività, sarà tenuto ad adempiere agli obblighi dichiarativi, compilando il quadro CM del modello UNICO, fino a conclusione delle operazioni relative alla riscossione dei crediti e al pagamento dei debiti. Pertanto, fino a tale data il contribuente in parola non potrà chiedere la chiusura della partita IVA (cfr. circ. n. 11/E del 2007).

In alternativa, in un’ottica di semplificazione che tiene conto delle dimensioni dell’impresa e, in particolare, dall’esiguità delle operazioni economiche che ne caratterizzano l’attività, si ritiene che è rimessa alla scelta del contribuente la possibilità di determinare il reddito relativo all’ultimo anno di attività tenendo conto anche delle operazioni che non hanno avuto in quell’anno manifestazione finanziaria.” CM 17 – 30/05/2012

Quando conviene chiudere la partita iva?

Se i fatti lo consentono è meglio chiudere partita iva entro la fine dell’anno, per ridurre al minimo gli adempimenti fiscali. Anche un solo giorno di apertura nell’anno nuovo richiedono lo svolgimento di tutti gli adempimenti legati alla partita iva: dalla dichiarazione dei redditi alla dichiarazione iva etc etc. Per questo motivo laddove è possibile è meglio chiudere partita iva entro il 31 dicembre dell’anno.

Lo sgravio delle cartelle

Una volta ottenuta la chiusura retroattiva delle varie posizioni, sarà possibile effettuare le pratiche per lo sgravio delle cartelle esattoriali emesse da Equitalia. Lo sgravio potrà avvenire in automatico una volta che INPS avrà comunicato all’Agenzia della Riscossione che il carico è stato annullato oppure è sempre meglio recarsi presso Agenzia Riscossione e portare i documenti giustificativi della mancanza di supporto della pretesa. Per lo sgravio generalmente non è necessario l’intervento di un professionista.

Quanto costa il servizio se fatto da noi che siamo specializzati nella chiusura partita iva retroattiva?

Premesso che per chiudere retroattivamente la partita iva richiede delle capacità e competenze specifiche, che abbiamo maturato nel corso delle varie pratiche che abbiamo fatto, in tutta Italia. Queste sono le tariffe per la cessazione dell’attività NON retroattiva:

Chiusura Partita iva euro 98,00 iva e cassa previdenza inclusa

Chiusura Posizione Camera di Commercio euro 98,00 iva e cassa inclusa

Chiusura Posizione SUAP (Comunemente detta licenza commerciale rilasciata dal Comune) euro 240 iva e cassa inclusa

Chiusura Posizione INPS euro 98,00 iva e cassa inclusa.

Chiusura Posizione INAIL euro 98,00 iva e cassa inclusa.

Le tariffe indicate possono subire variazioni in considerazione di alcuni fattori per la realizzazione pratica.

Se hai una chiusura della partita iva urgente da effettuare contattaci oppure prenota una consulenza introduttiva. Il costo della consulenza ti sarà scontato al 100% dal costo delle pratiche di chiusura.

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Collaborazione con Studi Legali in Tutta Italia

Capita spesso che ditte individuali abbiano da gestire una situazione debitoria complessa tra cui rientrano differenti tipologie di debiti. Dal debito verso i fornitori a debiti verso l’Agenzia delle Entrate o debiti verso l’INPS. Spesso quando una ditta individuale presenta una situazione debitoria per portarla in riequilibrio, la prima cosa da fare è comunicare correttamente la data di effettiva cessazione della partita iva e di cessazione dell’attività in Camera di Commercio e soprattutto INPS. In questo modo la parte dei contributi fissi non dovuta viene cancellata poi d’ufficio dall’INPS nel momento in cui recepisce la data corretta di chiusura dell’attività. Se sei un avvocato o uno studio legale che necessita di fare la pratica di chiusura di una ditta individuale retroattiva puoi contattarci dalla pagina contattaci.