Lavoro dipendente e partita iva: iscrizione INPS obbligatoria?

Buona sera io vorrei aprire partita iva x un E-commerce,sono già dipendente con contratto full time e nn supero la soglia dei 30.000€,con il codice ATECO 479110 ,vorrei sapere se devo pagare Inps ,visto che già ho i contributi versati dal mio datore di lavoro? quanto costa?   E quale altri costi ci sarebbero?

Risposta del commercialista esperto e-commerce

Buongiorno, coloro che sono dipendenti full time, possono non iscriversi all’INPS nella gestione commercianti. Attenzione che si tratta di una facoltà e non un obbligo. Quindi certamente si può non essere iscritti all’INPS gestione commercianti se si è dipendenti full-time. Online si legge che non ci si deve iscrivere perché a versare i contributi ci pensa il datore di lavoro: sbagliato! Non ci si deve iscrivere in virtù della prevalenza del lavoro dipendente rispetto al lavoro autonomo. Ad ogni modo ciò che conta è che al momento dell’apertura della tua ditta e dell’iscrizione in Camera di Commercio, si segnali da subito che non è dovuta l’iscrizione alla gestione commercio INPS, inserendo possibilmente la matricola dell’azienda presso cui si lavora come lavoratore dipendente full-time.

E-commerce e obbligo fatturazione elettronica 2024

Buonasera, sono un’artigiana e vendo solo online, non ad aziende ma a privati. Fino a ora ho sempre segnato gli incassi sul registro dei corrispettivi. Visto la nuova normativa dell’obbligo di fatturazione elettronica prima mi è stato detto che devo fare o fattura o scontrino, ora invece che comunque non sono obbligata ma posso continuare a segnare gli incassi sul registro dei corrispettivi. Chi può darmi chiarimenti? Grazie mille

Risposta del commercialista specializzato e-commerce

L’obbligo di emissione della fattura elettronica, generalizzato a tutte le partita iva anche forfetario, non ha cambiato in alcun modo l’esenzione dall’obbligo di fatturazione prevista per gli e-commerce, spieghiamo bene cosa significa. A partire dal 2024, gli e-commerce non devono cambiare il modo di certificare i compensi ricevuti dalle vendite dei prodotti on-line che sono previsti dalla legge: gli e-commerce sono esonerati dallo scontrino elettronico, quindi se vendi online non devi fare lo scontrino per ciascuna vendita! La fattura invece la devi emettere e deve essere elettronica, solo se il cliente ti chiede di emettere fattura. E’ bene precisare che la fattura potrebbe essere richiesta anche dal privato che ti comunica il suo codice fiscale (dipende dal settore in cui si opera). Quindi gli ecommerce possono continuare a segnare le vendite sul registro dei corrispettivi!

E-commerce: il corrispettivo incassato non corrisponde a quanto pagato dal cliente

Aiutatemi perché sto diventando matto..se io vendo una prestazione a 100 €, attraverso il mio sito e tramite Stripe (o Paypal), la fattura la devo emettere al cliente per l’importo di 100 € e fino a qui è tutto chiaro….Ma siccome i provider di pagamento trattengono delle commissioni, io fatturerei un importo che in realtà non ho ricevuto (perché ricevo meno). Quindi nasce il mio dubbio: così facendo i soldi entranti nelle mie tasche non corrisponderanno mai ai soldi dichiarati in fattura. E’ un problema in caso di accertamenti?

Risponde il Commercialista esperto e-commerce

Buongiorno, innanzitutto complimenti. Perché ad oggi a molti non è chiaro che l’importo della fattura deve essere al lordo di eventuali commissioni bancarie di qualsiasi tipo, aggiungiamo che il costo deve essere al lordo anche di eventuali spese di trasporto (nel caso di vendita di prodotti). Con riferimento specifico alla sua domanda ipotizziamo che si tratti di un professionista, che non ha un vero e-commerce, ma semplicemente riscuote le parcelle professionali attraverso un pagamento effettuato online. Così come correttamente affermato l’importo della prestazione ipotizzata pari a euro 100 deve essere fatturata per 100 anche se in banca si percepisce di meno a causa delle commissioni dei vari prestatori di servizi di pagamento come Stripe o PayPal. La differenza NON è un problema in caso di accertamenti, perché il fatto che hai pagato delle commissioni è facilmente dimostrabile tramite PayPal negli estratti conto, e con Stripe tramite le fatture che emette. Dal 2024 Stripe emette fattura elettronica Italiana.

Il forfettario con tanti codici ATECO: come si calcola la tassazione?

Buonasera, chiedo a voi che siete specializzati in e-commerce, forse potete aiutarmi anche per una questione che solo in parte riguarda gli e-commerce. Purtroppo su su 3 commercialisti a cui mi sono rivolta mi hanno dato 3 soluzioni differenti e quindi vorrei capire come comportarmi . 

Questa è la mia iscrizione INPS con i codici ateco :

Codice: 47.91.1 – commercio al dettaglio di qualsiasi tipo di prodotto effettuato via

internet

Importanza: primaria Registro Imprese

Codice: 90.02.09 – altre attivita’ di supporto alle rappresentazioni artistiche

Importanza: secondaria Registro Imprese

Codice: 96.09.09 – altre attivita’ di servizi per la persona nca

Importanza: secondaria Registro Imprese Quale tassazione mi spetta come forfettario ?

Commercialista esperto e-commerce: la risposta

Nel caso in cui in regime forfetario si esercitano diverse attività che devono essere ricomprese in più codici ateco, la tassazione semplicemente deve essere ripartita per ciascun codice ateco e si deve applicare ai compensi di ciascuna attività il relativo coefficiente di redditività. Quindi facendo un esempio: se fattura vendite online per 100 e vendite per altri servizi alla persona per 130, il reddito sarà dato da:

euro 100 per 40% (coefficiente di redditività per vendita online) = 40

euro 130 per 67% (coefficiente di redditività per altri servizi alla persona) = 87,10

Il totale quindi da sottoporre a tassazione è pari a euro 127,10.

Osserviamo in ultimo che il fatto che si trovi attribuito ben tre codici attività per una ditta individuale è alquanto una rarità, potrebbe esserci un errata impostazione fiscale della sua attività.

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