Nel corso del 2023 ho venduto tramite Vestiaire Collective, una piattaforma online specializzata in capi di abbigliamento e accessori, 14 oggetti per un totale complessivo di 4,985.35 euro, ricevendo 4,532.17 euro (tolte le commissioni della piattaforma). Nel corso del 2024, fino ad oggi 25/8, ho venduto 26 oggetti per un valore totale di 5,638.21 euro, ricevendo all’incirca 5,130.77 euro.

Molto stupidamente e superficialmente, non ho controllato le leggi in materia riguardo i profitti da vendite online, anche se fatte saltuariamente, prima di iniziare a vendere qualche capo di abbigliamento… Prima di proseguire con le domande aggiungo un punto importante. Sono cittadino Italiano iscritto AIRE in Inghilterra. Tuttavia, le vendite sono state fatte in Italia, essendo gli oggetti fisicamente in Italia. Ho pero ricevuto i guadagni su un account Revolut con indirizzo/conto bancario Inglese.

Premetto che ho smesso immediatamente di vendere ulteriori oggetti, appena ho preso visione delle diverse leggi in materia (in particolare mi riferisco alla normativa/direttiva Dac7 del 2021, entrata in vigore il 1 Gennaio 2023 – obbligo delle piattaforme di comunicazione dei dati sulle vendite online realizzate dagli utenti), non avendo assolutamente intenzione di continuare. Vorrei pero capire come comportarmi:

1. Devo fare qualcosa per le vendite del 2023 anche se non ho superato i 30 oggetti o i 5.000 euro annui? Anche se la Dac7 nell’articolo che ho letto parla di un modulo da compilare qualora si facciano almeno 30 vendite o il guadagno annuo sia superiore ai 2.000 euro?

2. Cosa e meglio fare per le vendite del 2024 visto che superano di poco i 5.000 euro?

3. Rischio sanzioni sia Italiane che Inglesi?

4. Avendo ricevuto i guadagni su un conto Inglese, devo preoccuparmi del fisco Italiano o devo rivolgermi alla controparte Inglese?

Risposta del commercialista specializzato in e- commerce

Questo è un esempio di quesito al quale rispondiamo nella quotidianità dell’attività professionale che svolge lo studio. Avendo studiato a fondo la normativa Dac7 e fornendo consulenza ad aziende che operano nella vendita online di prodotti. Nel caso specifico mancano alcune informazioni necessarie a dare una risposta, informazioni che ci sono poi state fornite in sede di consulenza. Qui possiamo solo far presente che la direttiva Dac7 interessa solo gli stati dell’unione europea. Tuttavia occorre tenere conto del fatto che anche in UK è stata adottata una normativa analoga alla Dac7 per la quale è prevista la raccolta dei dati nel corso dell’anno 2024. La prima dichiarazione sarà presentata dalle piattaforme nel 2025. Tale informazione ovviamente deve essere poi inserita nel discorso logico de normativo di risposta al quesito.
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