La direttiva DAC 7 impone alle piattaforme di comunicare i dati delle persone che ricevono compensi superiori a euro 2000 o che comunque effettuano più di 30 transazioni in un anno. L’obbligo è apparso immediatamente di interesse per tutti coloro che effettuano la vendita di prodotti e quindi tra i primi a pubblicare informazioni sono state le piattaforme come VINTED, Ebay, e marketplace simili.

Ad una attenta lettura della direttiva DAC 7, l’obbligo di comunicazione è a carico di tutte le piattaforme digitali che erogano compensi a privati e soggetti con partita iva. Ecco infatti che la richiesta di compilare i questionari fiscali sono arrivati anche da piattaforme, diverse da quelle di compravendita, come ad esempio TWITCH, ma pensiamo anche a FIVERR, piattaforma che intermedia freelance.

Anche i freelance che utilizzando FIVERR per trovare impiego sono stati chiamati a compilare il questionario fiscale DAC 7.

Amazon VINE e il questionario DAC7 per gli occasionali.

Il programma Amazon VINE, prevede che alcune persone ricevano con continuità prodotti da parte di Amazon. Tali prodotti vengono inviati alle persone che effettueranno poi delle recensioni su questi prodotti. Il programma Amazon VINE prevede che i prodotti inviati ai recensori possano essere poi richiesti in restituzione nei 6 mesi successivi all’invio, ma nei fatti ciò sembra accadere raramente. E’ anche possibile che i prodotti inviati possano essere non funzionanti e quindi senza alcun reale valore.

Amazon VINE e la “sorpresa” del questionario DAC 7

Molti recensori del programma Amazon VINE sono stati colpiti e anche sorpresi dalla richiesta di compilazione del questionario DAC 7 da parte di Amazon. Dal punto di vista dei recensori partecipanti al programma VINE, la compilazione viene vista come un tradimento e come se Amazon in qualche modo ora denunciasse i suoi recensori al fisco. Effettivamente i recensori non ricevono un compenso per il proprio lavoro, se non per il fatto che i beni che recensiscono gli vengono di fatto lasciati nelle loro disponibilità. Come detto, anche se Amazon si riserva di richiedere la restituzione dei beni entro i 6 mesi successivi, imponendo peraltro di non vendere i beni o regalarli. In pratica è facile pensare che Amazon dichiara all’Agenzia delle Entrate quale compenso erogato al privato la somma del valore dei beni dati in recensione. Come è stato fatto notare, i beni lasciati ai recensori, non sono coperti da garanzia.

I beni dati in visione per la recensione sono un compenso per il partecipante ad Amazon VINE?

Sicuramente, il valore dei beni dati ai partecipanti può essere considerato un compenso in natura. Pertanto il compenso dovrebbe essere considerato pari al valore normale dei beni da questi ricevuti. Ovviamente da tale compenso deve essere dedotto il valore dei beni restituiti eventualmente ad Amazon su richiesta. Oltre a discorso restituzione, bisogna valutare quale peso ha la clausola contrattuale per cui i beni ricevuti dal progetto VINE non possono essere MAI ceduti o venduti. Certamente questa clausola potrebbe portare almeno a una riconsiderazione del valore dei beni ricevuti. Esiste anche la possibilità che il recensore abbia cestinato dei prodotti e si trovi impossibilitato a dimostrare l’avvenuta distruzione dei beni.

Prima della direttiva DAC tutti guadagnavano da Amazon VINE ora non guadagna più nessuno

Prima dell’arrivo della direttiva DAC 7 e del tanto odiato questionario da compilare da parte di coloro che partecipano al programma di AMAZON VINE, non mancavano video su youtube, ancora presenti che inneggiavano al guadagno conseguito dalla partecipazione al programma di recensioni di Amazon.

Oppure anche qui si parla di Guadagno

Ora come non mai, molti che hanno pubblicato questi video dovrebbero chiedersi se hanno fatto bene a muoversi in questo modo. Rimane innegabile che il ricevere oggetti che possono essere utilizzati nel quotidiano è un arricchimento personale. Purtroppo a causa della incompleta e faraginosa normativa tributaria, occorre rivolgersi a degli specialisti in materia per comprendere quali potranno essere le richieste del fisco.

Il dubbio più grande è se il ricevere oggetti sia in qualche modo indice di quella capacità contributiva a cui dovrebbe ispirarsi il fisco, secondo il dettato dell’articolo 53 della costituzione secondo il quale “Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva.…”

Ora ci si può domandare se ricevere un prodotto e poi farne la recensione, sia in qualche modo indice di capacità contributiva?

Recensioni per Amazon VINE richiede l’apertura della partita iva?

L’apertura della partita iva per Recensioni su Amazon VINE deve essere valutata caso per caso. Certamente gli elementi per valutare l’apertura della partita iva deve essere considerata nei casi in cui:

  • l’attività viene svolta in modo continuativo, e quindi si ricevono con REGOLARITA’ prodotti da recensire?;
  • il valore dei prodotti inviati e rimasti nella disponibilità del recensore (non richiesti in restituzione) sono di Rilevante entità?.
  • il recensore non svolge altre attività lavorative, oltre a quella di recensore del programma Amazon VINE?.

Per coloro che sono interessati ad approfondire la tematica e per capire se nel loro caso devono o meno aprire partita iva è disponibile un servizio di consulenza fiscale a tariffa agevolata, e potete contattarci cliccando qui per saperne di più.

Cosa comunica AMAZON alle sue VOCI VINE?

Di seguito un estratto delle informazioni fornite da Amazon ai suoi recensori

Per quale motivo mi viene chiesto di compilare un questionario fiscale per Amazon Vine?

È entrata in vigore una nuova direttiva dell’Unione Europea (UE), ovvero la Direttiva sulla cooperazione amministrativa, emendamento 7 (DAC7), che
impone ai negozi online come Amazon di raccogliere, verificare e comunicare determinati dati personali, fiscali e finanziari dei fornitori di servizi che
svolgono un’attività rilevante sui negozi online di Amazon. La legge DAC7 costituisce un’estensione delle norme europee in materia di trasparenza fiscale.

Quali dati devo fornire e confermare ad Amazon?

In qualità di fornitore di servizi individuali (almeno è questa la “particolare” individuazione che ha fatto Amazon delle sue Voci VINE), verrà richiesto ai clienti Voce Vine di fornire i seguenti dati tramite il questionario fiscale:
Nome e cognome
Data di nascita
Luogo di nascita (in assenza di un codice fiscale)
Indirizzo di residenza
Numero di partita IVA (ove applicabile)*
Qualsiasi codice fiscale emesso, con il rispettivo stato di emissione
*È necessario indicare il numero di partita IVA emesso nel paese di residenza. Se non disponibile, sarà necessario indicare il numero di partita IVA
rilasciato da qualsiasi altro stato membro. Se invece non si è in possesso nemmeno di un numero di partita IVA di uno stato membro, sarà necessario
dichiarare di non essere in possesso di alcun numero di partita IVA di uno stato UE.

Che cosa farà Amazon con i miei dati fiscali?
Per soddisfare i requisiti legali del DAC7, Amazon deve:
a. raccogli informazioni fiscali da Vine Voices
b. verificare tali informazioni confrontandole con i database delle rispettive autorità;
c. comunicare alle autorità fiscali UE l’importo del corrispettivo ricevuto da Voce Vine (ossia il valore dei prodotti ordinati e ricevuti gratuitamente tramite
Vine) insieme ai dati di dovuta diligenza (due diligence).
Amazon è tenuta a comunicare ogni anno all’Agenzia delle Entrate le informazioni di tutti i membri* di Voce Vine UE entro il 31 gennaio dell’anno
successivo; deve inoltre fornire una copia dei dati da te comunicati all’Agenzia delle Entrate entro il 31 gennaio di ogni anno.
*Per il 2023 Amazon è tenuta a comunicare solo le informazioni dei membri di Voce Vine UE che hanno aderito al programma nel corso del 2023;
tuttavia, a partire dal 2024, dovrà comunicare le informazioni di tutti i membri Voce Vine UE, indipendentemente dal momento in cui hanno aderito al
programma.

Che cosa faranno le autorità fiscali con le informazioni condivise da Amazon?
I dati raccolti verranno condivisi automaticamente con le autorità fiscali degli stati membri in cui risulta la residenza nella registrazione a Voce Vine. Tali
informazioni potranno essere utilizzate per verificare la conformità fiscale e l’esattezza del reddito dichiarato da Voce Vine. Se hai domande sulla tua
responsabilità fiscale, puoi rivolgerti a un consulente fiscale, legale o a un altro professionista.

Cosa devo fare per stare tranquillo?

Questa è la domanda che ci viene fatta più spesso, cosa devo far per stare tranquillo??

Per stare tranquilli bisognerebbe non fare più nulla, ma diciamolo non si deve avere il timore di confrontarsi con il fisco.

“come posso conoscere la cifra di una eventuale tassa da pagare”

Le eventuali tasse da pagare dipendono dalla dichiarazione a cui questi redditi vanno ad aggiungersi. In questo caso entrano in gioco i famigerati scaglioni irpef. Se non si hanno altri redditi fino a 5000 euro circa non si paga nulla. Certo rimane il dubbio che non si debba aprire la partita iva, ma almeno avendo dichiarato e pagato le tasse, è forse meno probabile ricevere contestazioni.

Ho un limite di recensioni su Amazon VINE da fare per evitare il tutto? Il discorso deve essere valutato caso per caso, a seconda del fatto che si abbiano oppure no altre attività lavorative in corso.

Su TikTok sono presenti alcuni video esplicativi della direttiva dac7 in generale che interessa anche tutti gli altri fruitori dei servizi di marketplace come ebay, twitch, youtube, vinted, subito etc. etc.

https://www.tiktok.com/@legalefiscale

Per coloro che sono interessati ad approfondire la tematica e per capire se nel loro caso devono o meno aprire partita iva è disponibile un servizio di consulenza fiscale a tariffa agevolata, e potete contattarci cliccando qui per saperne di più.

Ultimo aggiornamento del 27/12/2023

Pubblichiamo di seguito comunicazione di Amazon VINE sull’obbligo di comunicazione dei dati all’Agenzia delle Entrate

“Amazon dovrà comunicare ogni anno all’Agenzia delle Entrate le informazioni di tutti i membri di Vine UE entro il 31 gennaio dell’anno successivo, dovrà inoltre fornire una copia dei dati da te comunicati all’Agenzia delle Entrate entro il 31 gennaio di ogni anno.
** Per il 2023 Amazon è tenuta a comunicare solo le informazioni dei membri di Vine UE che hanno aderito al programma nel corso del 2023; tuttavia, a partire dal 2024, dovrà comunicare le informazioni di tutti i membri Vine UE, indipendentemente dal momento in cui hanno aderito al programma.
I dati raccolti verranno condivisi automaticamente con le autorità fiscali degli stati membri in cui risulta la residenza nella registrazione a Vine e potranno essere utilizzati per verificare la conformità fiscale e l’esattezza del reddito dichiarato da Vine.

  • Se hai iniziato a partecipare al programma Vine prima del 31 ottobre 2023 e non hai fornito le informazioni richieste o Amazon non è in grado di verificare le informazioni fornite entro il 31 dicembre 2023, non potrai più partecipare al programma Vine nel 2024.
  • Se hai iniziato a partecipare al programma Vine dopo il 31 ottobre 2023, potrai partecipare al programma dopo aver fornito le informazioni richieste e dopo che Amazon ne avrà verificato l’esattezza (la verifica richiede pochi minuti, al massimo fino a 24 ore). Se Amazon non è in grado di verificare le informazioni, ti verrà richiesto di compilare nuovamente il questionario fiscale.”

Ultimo aggiornamento AMZON VINE e DAC 7 del 16/01/2024

A quanto si dice sono stati pubblicati nelle aree riservate dei Viners gli importi che saranno comunicati all’Agenzia dell’Entrate, per il valore della merce recensita. Ma non è solo quello, il fatto preoccupante per chi si occupa di recensioni su VINE è che la piattaforma stessa riporta la seguente dicitura “Valore imponibile per anno”, lasciando quindi pensare che l’ammontare indicato sia qualcosa da assoggettare a tassazione. Il termine Imponibile sta proprio a indicare che è l’importo che moltiplicato poi per l’aliquota IRPEF determina le imposte da pagare. Vi è la possibilità di scaricare un report dettagliato, che probabilmente riporta l’elencazione dei prodotti ma al quale non abbiamo avuto accesso. Vedremo nei prossimi mesi cosa farà l’Agenzia delle Entrate di questi dati, che ricordiamo si andranno a sommare a coloro che operano realmente vendite su Amazon senza avere una posizione IVA.

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