Circola su TikTok e su altri social la notizia che da oggi puoi non pagare l’iva se non sei stato pagato dai fornitori. Il riferimento che viene fatto alla sentenza delle Corte di Cassazione Penale 41238 depositata l’11 novembre 2024. E quindi ti starai chiedendo se veramente non vengo pagato dai fornitori posso non pagare l’iva? La risposta è ovviamente negativa e merita una spiegazione completa e chiara di ciò di cui parliamo.
Cominciamo con il delimitare la questione nell’ambito penale. La sentenza della Corte riguarda la punibilità sotto il profilo penale dell’omesso pagamento dell’iva. Quindi non si discute nell’ambito penale se l’iva deve essere versata oppure no, bensì si discute sul fatto che se un imprenditore in obiettive condizioni di difficoltà economica debba “finire in prigione”, scusate la semplificazione nel caso non riesca a pagare l’iva.
Cosa dice in questo caso la sentenza citata, dice che le argomentazioni che sono state avanzate dall’amministratore della società, e poste a fondamento delle motivazioni per cui non era riuscito a pagare le imposte, non sono state prese in considerazione in modo adeguato nei precedenti gradi di giudizio. Nel caso specifico le argomentazioni meritavano essere prese in considerazioni poiché la società aveva avuto difficoltà a pagare l’iva poiché: 1 molti clienti, tra cui anche enti pubblici, non avevano pagato le fatture emesse 2 in costanza di questa situazione l’imprenditore aveva conferito nella società un suo immobile per aumentare il capitale sociale 3 aveva licenziato dei dipendenti per cercare di ridurre i costi. Possiamo dire che in buona sostanza che l’amministratore pur nelle avverse condizioni si era comportato bene per cercare di fronteggiare la situazione di crisi.
Inoltre la Cassazione nell’esprimersi ricorda che recentemente è stata introdotto una modifica alla norma relativa alle cause di non punibilità del reato di omesso versamento dell’iva che recita “se il fatto dipende da cause non imputabili all’autore sopravvenute, rispettivamente, all’effettuazione delle ritenute o all’incasso dell’imposta sul valore aggiunto. Ai fini di cui al primo periodo, il giudice tiene conto della crisi non transitoria di liquidità dell’autore dovuta alla inesigibilità dei crediti per accertata insolvenza o sovraindebitamento di terzi o al mancato pagamento di crediti certi ed esigibili da parte di amministrazioni pubbliche e della non esperibilità di azioni idonee al superamento della crisi”.
In conclusione quindi la Corte ha semplicemente riconosciuto che nel giudizio di merito di primo e secondo grado, non sono state prese in considerazione le argomentazioni del ricorrente che non aveva versato l’iva e quindi ha rinviato il giudizio alle corte di secondo grado ricordando questo importante principio.
Significa quindi che se non pago l’iva perché non ho i soldi non ricevo la cartella dall’agenzia delle riscossione? No! Rimane comunque in capo all’azienda il debito iva che deve essere onorato. E vengono applicate le sanzioni del caso.
L’utilità concreta di questa sentenza per un imprenditore qual è? L’utilità è quella di essere a conoscenza del fatto che se il suo comportamento dovesse essere riconosciuto come corretto, e quindi la situazione di impossibilità a versare l’iva non deriva da cattiva o improvvida gestione, ecco che potrà non avere conseguenze penali. Dal punto di vista pratico rimane il fatto che ciascun caso concreto per andare esente da responsabilità penale dovrà essere riconosciuto da un giudice, perché l’Agenzia delle Entrate, di fronte ad una situazione debitoria di iva certamente farà tutto il possibile per recuperarla.
In ultimo è importante ricordare che le pronunce della Corte di Cassazione non modificano la legge ma offrono una autorevole interpretazione della medesima. Capita su alcuni tempi che queste interpretazioni possano variare pertanto non è mai garantito il risultato di un giudizio.
Note: l’articolo ha finalità divulgativa pertanto contiene semplificazioni e termini non tecnici finalizzati a far comprendere a tutti la realtà dei fatti.
PS: le implicazioni pratiche in dettaglio per un imprenditore
Le implicazioni pratiche di questa sentenza per un imprenditore sono molteplici e significative, specialmente per chi si trova in situazioni di difficoltà finanziaria che impediscono il regolare versamento dell’IVA. Ecco alcune considerazioni chiave:
- Maggior attenzione alle deduzioni difensive: La sentenza evidenzia l’importanza di presentare una documentazione dettagliata e convincente relativa all’impossibilità oggettiva di versare l’IVA, ad esempio a causa del mancato incasso di crediti rilevanti. Un imprenditore dovrebbe quindi documentare attentamente tutte le difficoltà finanziarie, incluse le azioni intraprese per tentare di recuperare i crediti o ridurre i costi.
- Nuova causa di non punibilità: Con l’introduzione del comma 3-bis al DLgs. n. 74 del 2000, è stata inserita una possibilità di esenzione dalla punibilità se il mancato pagamento dell’IVA è imputabile a cause esterne non controllabili dall’imprenditore, come la crisi di liquidità dovuta a insolvenze di terzi o al mancato pagamento di crediti certi da parte di enti pubblici. Questo rappresenta una difesa cruciale per imprenditori in situazioni di difficoltà economica non derivanti da scelte o errori gestionali.
- Strategie di prevenzione: Gli imprenditori dovrebbero adottare strategie per mitigare il rischio di insolvenza dei clienti, come la richiesta di anticipi sui pagamenti, l’uso di strumenti di assicurazione dei crediti o la verifica della solvibilità dei clienti prima di accettare grandi commesse.
- Impatto sulla gestione del rischio d’impresa: La sentenza e la normativa correlata rafforzano l’idea che il rischio d’impresa include il rischio di non ricevere pagamenti dai clienti. Questo aspetto deve essere considerato nella pianificazione aziendale e nella gestione delle finanze. Gli imprenditori potrebbero dover rivedere i loro modelli di business per includere margini di sicurezza o politiche più rigide di gestione dei crediti.
- Importanza delle procedure concorsuali: L’accettazione della proposta di transazione da parte dell’Agenzia delle Entrate e la successiva omologazione da parte del Tribunale evidenziano come l’utilizzo di procedure concorsuali possa aiutare a dimostrare la buona fede dell’imprenditore nel cercare di risolvere la crisi finanziaria. Gli imprenditori devono quindi considerare l’uso di strumenti legali come il concordato preventivo in caso di difficoltà economiche rilevanti.
- Rilevanza della documentazione: L’importanza data dal Collegio alla relazione del commissario giudiziale e alle documentazioni fornite indica che è fondamentale per gli imprenditori tenere traccia accurata di ogni elemento che possa dimostrare lo sforzo per adempiere agli obblighi fiscali. Una buona prassi sarebbe avere sempre un archivio dettagliato delle azioni intraprese per fronteggiare le difficoltà finanziarie.
In sintesi, la sentenza e le modifiche legislative forniscono agli imprenditori un quadro più chiaro su come presentare e sostenere una difesa efficace in casi di crisi di liquidità. Tuttavia, rafforzano anche l’obbligo di adottare misure preventive e documentare ogni sforzo fatto per rispettare gli obblighi fiscali.