Dropshipping ed e-commerce. 

Con dropshipping si intende un negozio che non ha un proprio magazzino: quando un cliente ordina un prodotto l’ordina viene passato a un altro negozio (aliexpress ad esempio) che provvede alla consegna del prodotto.

Esempio di vendita con dropshipping

Nel caso sopra descritto chi ha un negozio che opera in questo modo si troverà a:

  • emettere fattura nei confronti del cliente che ha acquistato dall’e-commerce;
  • avrà una fattura di acquisto del medesimo prodotto acquistato presso aliexpress o altro negozio che ha effettivamente consegnato il bene.

I vantaggi del Dropshipping: zero magazzino

Un e-commerce che opera con questo schema presenta indubbi vantaggi dovuti al fatto di non avere un magazzino da gestire, i vantaggi sono:

  • zero spese per lo stoccaggio dei prodotti da vendere;
  • nessun rischio dovuto alle merci invendute;
  • nessun costo dovuto al rispetto delle norme in materia di sicurezza per la conservazione dei prodotti;
  • nessuna pratica doganale in caso di consegne al di fuori dei confini nazionali.

I vantaggi del Dropshipping rimangono validi purchè ci si affidi a un fornitore-dropshipping affidabile e che quindi consente di mantenere ottima la reputazione del nostro e-commerce.

Altri servizi offerti dai fornitori dropshipping

Gli accordi che è possibile prendere con il fornitore dropshipping possono prevedere molte opzioni differenti:

  • alcuni offrono la consegna con il logo del nostro e-commerce;
  • l’integrazione del catalogo del nostro e-commerce con quello del fornitore-dropshipping;
  • la traduzione automatica del catalogo prodotti

fino ad arrivare alla predisposizione del negozio e-commerce già pronto all’uso. Penso ad esempio a Bigbuy che predispone un negozio prestashop pronto all’utilizzo e già configurato per essere sincronizzato con il catalogo di Bigbuy.

IVA e dropshipping: un esempio

L’acquisto di prodotti in un paese extra-europeo e la consegna da parte di un terzo in tutto il mondo richiede anche un corretto inquadramento ai fini iva.

Vediamo un esempio:

Un e-commerce italiano costituito sotto forma di S.r.l. vende tramite il proprio sito una tazza personalizzata.

La tazza viene venduta a una persona fisica negli Stati Uniti.  La tazza personalizzata viene quindi spedita negli Stati Uniti dal fornitore-dropshipping che risiede in CINA.

L’e-commerce Italiano emetterà quindi una fattura ai fini IVA non assoggettata ad imposta con esenzione articolo 7 bis.

In buona sostanza siccome la merce transita al di fuori dei confini nazionali la vendita non rileva ai fini iva per l’Italia.

Dropshipping senza partita IVA: è possibile?

E’ possibile avviare un proprio sito e-commerce senza avere la partita iva?

Attualmente alcuni portali offrono l’apertura di un e-commerce senza nessun fastidio di tipo amministrativo e burocratico addirittura evitando a chi si impegna nella vendita dei prodotti l’apertura della partita iva.

Se è possibile nutrire dubbi sulla possibilità di non aprire partita iva, occorre invece avere la certezza che qualsiasi compenso si riceva dalla vendita dei prodotti deve, secondo le norme di legge, essere dichiarata al fisco italiano.

Se l’attività viene svolta non in maniera professionale e continuativa allora l’apertura della partita iva non è richiesta: i compensi percepiti confluiranno nei redditi diversi.

Se l’attività viene svolta in maniera professionale e continuativa allora ci sono i requisiti per l’apertura della partita iva: i compensi ricevuti dalla piattaforma e-commerce dovranno essere fatturati.

E’ bene essere chiari, avviare un e-commerce senza avviare la partita iva, è una semplice possibilità teorica, da studiosi del diritto tributario. Nella pratica, avviare un e-commerce senza aprire partita iva, significa andare incontro ad un contenzioso con l’Agenzia delle Entrate il cui esito è a dir poco incerto. Il contribuente deve essere in grado di dimostrare l’occasionalità dell’attività commerciale svolta. Ora sappiamo tutti che un e-commerce non si improvvisa: occorre saper selezionare i prodotti da vendere, utilizzare consapevolmente le piattaforme pubblicitarie, disporre di denaro da investire sia per i prodotti che per le campagne….insomma un e-commerce non si improvvisa senza una valida organizzazione.

La leggenda dei 5.000 euro e l’apertura della partita IVA.

Esiste su internet la leggenda per cui se la mia attività genera ricavi inferiori a 5.000 euro allora non devo aprire partita iva, mentre se la mia attività supera i 5.000 euro allora devo procedere all’apertura della partiva iva. Tutto ciò è sbagliato e non ha alcun senso. Seguendo questa regola se ho un’attività economica e non guadagno non devo aprire partita iva: SBAGLIATO.

Per valutare se devo o non devo aprire partita iva devo valutare i requisiti indicati sopra di professionalità e abitualità dell’attività che si intende svolgere e non i risultati che derivano da questa attività.


Passa all’azione e avvia il tuo e-commerce clicca qui.

Aggiornamento 28 febbraio 2018

Tommaso ci chiede “Salve,

Ho letto l’articolo su dropshipping e partita IVA.
Parla di due fattore che influenzano la necessità di aprire l’IVA: professionalità e continuità. Ci sono dei criteri specifichi a livello di cifre per determinare la natura del proprio ecommerce (in merito a tali fattori)?
Avendo già lavorato per diversi mesi per un’attività di dropshipping (con base però a Londra), e possedendo quindi già le basi per aprire un negozio su Shopify a operare tramite Oberlo per vendere dalla Cina (da Aliexpress) al resto del mondo, volevo sapere quali sono i vincoli legali da rispettare.

Spero di essere stato chiaro nella formulazione della domanda, grazie dell’attenzione.

Saluti cordiali,”

Non ci sono specifici criteri questo perchè nella legge non sono indicati. Indicare criteri specifici come il fatturato potrebbe portare a delle ingiustizie. Pensiamo ad esempio se una legge indicasse come criterio il fatturaot di 5.000 euro per distinguere tra reddito professionale e occasionale. Tutte le attività che hanno utile inferiore potrebbero non avere partita iva….ingiusto ed irrealizzabile.

Nella realtà non si cono criteri prefissati, occorre leggersi e studiare cosa dicono i giudici (la giurisprudenza) per comprendere come in passato sono state prese le decisioni e quindi per cercare di capire i criteri generali. Purtroppo ad oggi non ci sono situazioni certe e nelle quali si può con sicurezza affermare di non dover aprire partita iva.

Nella tua mail parli di vincoli legali…beh i principali se la tua società opera in Italia e tu vivi in Italia la prima cosa da fare è costituire una società in Italia o avviare una ditta individuale…in tutti i casi di fatto dovrai aprire partita iva in Italia. Occorre anche chiedere una licenza per il commercio di prodotti ( a seconda dei casi alimentare o non alimentare) presso il comune in cui ha sede la tua azienda o ha sede la tua attività.

Occorre poi impostare un sistema contabile che consenta di tracciare acquisti e vendite che vengono effettuate. E’ consigliabile laddove conveniente acquistare i prodotti da un fornitore nazionale che acquista e rivende i prodotti. Siamo in grado di dare indicazioni specifiche di aziende che aiutano e girano intorno al dropshipping.

Drop-shipping e reddito di lavoro dipendente

Alberto ci chiede:

“Buongiorno, volevo farvi innanzitutto i complimenti per il sito, davvero esaustivo.
Vi contatto perchè, lavorando già nel campo dell’ecommerce come dipendente da alcuni anni, vorrei aprire un e-commerce gestito da me in dropshipping. Tuttavia però vorrei mantenere il alvoro attuale. Ho letto che si può aprire partita iva continuando a lavorare come dipendente (senza obbligo di comunicare all’azienda l’apertura della partita iva), è corretto? Quali sono i limiti? E’ conveniente? Grazie mille
Cordiali saluti”

Risposta:

Grazie Alberto per i complimenti.

Sempre più lavoratori dipendenti pensano di lanciarsi in attività di e-commerce, grazie allo sviluppo del dropshipping.
Nel tuo caso avendo esperienza diretta di e-commerce sicuramente potrai avere una marcia in più rispetto ai concorrenti.
Non esiste obbligo di comunicazione al datore di lavoro dell’apertura della partita iva.
E’ anche vero che tra datore di lavoro e lavoratore deve esserci un obbligo di reciproca lealtà stabilito dall’articolo 2105 del codice civile ” Il prestatore di lavoro non deve trattare affari, per conto proprio o di terzi, in concorrenza con l’imprenditore, né divulgare notizie attinenti all’organizzazione e ai metodi di produzione dell’impresa, o farne uso in modo da poter recare ad essa pregiudizio”.
Altre limitazioni poi possono essere inserite anche nel contratto di lavoro.

In buona sostanza se i rapporti con il tuo datore di lavoro sono buoni è bene che sappia ciò che fai in modo da essere certo di non avere contestazioni.

Ulteriore consulenza ci è possibile fornirla attraverso il nostro Corso Avvio Business messo a punto per chi fa dropshipping.

Riguardo la convenienza esistono certamente formule interessanti che sono utilizzabili a seconda dei prodotti che pensi di vendere con il tuo e-commerce.

Fattura da Aliexpress: si può avere

Buongiorno avrei una mezza intenzione di aprire la partita iva e mettermi in regola facendo un ecommerce e vendendo in Drop Shipping, sfruttando ad esempio Shopify e AliExpress. La mia domanda è puramente relativa all’ambito fiscale, nel senso che non capisco come poter ricevere di volta in volta la fattura dai fornitori su AliExpress, in quanto negli acquisti passati non mi è mai stata rilasciata e di conseguenza rilasciarla ai clienti (qualora servisse) in quanto mi sembra di capire che nei confronti dei privati non è necessaria
Grazie

Risposta:

Aliexpress non emette nessun tipo di documento giustificativo dell’acquisto che possa essere stampato facilmente. Per questo motivo sono nati alcuni plug-in per chrome che consentono di stampare non una fattura da aliexpress ma almeno un documento riepilogativo di spesa. Questo documento riepilogativo viene chiamato invoice: termine generalmente utilizzato per indicare un documento di spesa analogo alla fattura prevista dal dpr 633/72. E’ bene chiarire che questi strumenti generano un documento che non ha nessuna validità ai fini iva, ma che al pari di una stampata dello schermo, costituiscono una prova di acquisto. Un esempio di questi plug-in è www.dropshipping.store

Diverso il discorso se queste applicazioni siano obbligatorie per la tenuta della contabilità.

RIvolgiti a un commercialista specializzato in dropshipping  clicca qui.

Importazione parallela di prodotti di elettronica e informatica.

Quesito del 13/02/2019 via mail

“Come rivenditore online posso fornirmi da fornitori extra-ue di marchi famosi di prodotti di elettronica e informatica? Ovviamente seguendo la giusta procedura di pagamento di iva e dazi all’entrata dei prodotti in Italia.”

Si è possibile acquistare al di fuori dei canali ufficiali di distribuzione dei prodotti. E quindi procedere all’acquisto presso rivenditori in Cina o HK o nei paesi di origine dei prodotti. Molto però dipende anche dai marchi stessi che si intende acquistare e lo spazio e più o meno largo a seconda dei marchi. I produttori si impegnano in modo più o meno forte a rispettare gli accordi di distribuzione e possono quindi mettere in atto politiche per osteggiare questo tipo di attività.
 
Del resto basta vedere alcuni grossi negozi online che fanno proprio questo con modalità differenti tra loro. Alcuni operatori addirittura da HK o Cina propongono i loro prodotti su siti vetrina italiani saltando completamente la normale distribuzione del prodotto.
 
Occorre valutare con attenzione però i margini effettivi che si hanno se si procede all’importazione proprio per via degli aggravi dovuti all’iva e ai dazi sul prezzo di acquisto.
Altra cosa da valutare sono poi le politiche riguardo la garanzia dei prodotti: se si vendono prodotti in Italia, il venditore (non il produttore) DEVE essere in grado di fornire la garanzia di due anni che spetta sul prodotto al consumatore finale.
Occorre anche tenere presente che i prodotti sia di elettronica che di informatica devono rispettare alcuni standard di sicurezza previsti a livello europeo e nel caso dei cellulari anche standard in materia di telecomunicazioni. Anche in questo caso il rivenditore italiano è responsabile della conformità dei prodotti venduti, sotto tutti gli aspetti, alla normativa europea o nazionale.
 

 

Se cerchi un commercialista specializzato in dropshipping  clicca qui.

Costituzione della società e regime forfettario

Quesito giunto in redazione il 23/07/2019

“Buongiorno, ho letto vari vostri articoli, tutti molto chiari, grazie per questo servizio.
Ho alcune domande rimaste in sospeso per esempio: due ragazzi che aprono partita iva (ma sono già dipendenti in due lavori non pubblici. La nostra attività sarà un e-commerce di abbigliamento quindi non andrà in conflitto con i nostri attuali lavori). Possiamo rientrare nel regime forfettario se costriuamo una società?

Cioè noi due costruiamo una società ma rimaniamo dipendenti per ora… possiamo aprire partita iva con regime forfettario?

Grazie”

Risposta: Attenzione il regime forfettario si può applicare SOLO alle ditte individuali. Quindi è possibile costituire una società ma non potrà accedere al regime forfettario. 

Passa all’azione e avvia il tuo e-commerce clicca qui.

 Dropshipping ed e-commerce. 

Con dropshipping si intende un negozio che non ha un proprio magazzino: quando un cliente ordina un prodotto l’ordina viene passato a un altro negozio (aliexpress ad esempio) che provvede alla consegna del prodotto.

Esempio di vendita con dropshipping

Nel caso sopra descritto chi ha un negozio che opera in questo modo si troverà a:

  • emettere fattura nei confronti del cliente che ha acquistato dall’e-commerce;
  • avrà una fattura di acquisto del medesimo prodotto acquistato presso aliexpress o altro negozio che ha effettivamente consegnato il bene.

I vantaggi del Dropshipping: zero magazzino

Un e-commerce che opera con questo schema presenta indubbi vantaggi dovuti al fatto di non avere un magazzino da gestire, i vantaggi sono:

  • zero spese per lo stoccaggio dei prodotti da vendere;
  • nessun rischio dovuto alle merci invendute;
  • nessun costo dovuto al rispetto delle norme in materia di sicurezza per la conservazione dei prodotti;
  • nessuna pratica doganale in caso di consegne al di fuori dei confini nazionali.

I vantaggi del Dropshipping rimangono validi purchè ci si affidi a un fornitore-dropshipping affidabile e che quindi consente di mantenere ottima la reputazione del nostro e-commerce.

Altri servizi offerti dai fornitori dropshipping

Gli accordi che è possibile prendere con il fornitore dropshipping possono prevedere molte opzioni differenti:

  • alcuni offrono la consegna con il logo del nostro e-commerce;
  • l’integrazione del catalogo del nostro e-commerce con quello del fornitore-dropshipping;
  • la traduzione automatica del catalogo prodotti

fino ad arrivare alla predisposizione del negozio e-commerce già pronto all’uso. Penso ad esempio a Bigbuy che predispone un negozio prestashop pronto all’utilizzo e già configurato per essere sincronizzato con il catalogo di Bigbuy.

IVA e dropshipping: un esempio

L’acquisto di prodotti in un paese extra-europeo e la consegna da parte di un terzo in tutto il mondo richiede anche un corretto inquadramento ai fini iva.

Vediamo un esempio:

Un e-commerce italiano costituito sotto forma di S.r.l. vende tramite il proprio sito una tazza personalizzata.

La tazza viene venduta a una persona fisica negli Stati Uniti.  La tazza personalizzata viene quindi spedita negli Stati Uniti dal fornitore-dropshipping che risiede in CINA.

L’e-commerce Italiano emetterà quindi una fattura ai fini IVA non assoggettata ad imposta con esenzione articolo 7 bis.

In buona sostanza siccome la merce transita al di fuori dei confini nazionali la vendita non rileva ai fini iva per l’Italia.

Dropshipping senza partita IVA: è possibile?

E’ possibile avviare un proprio sito e-commerce senza avere la partita iva?

Attualmente alcuni portali offrono l’apertura di un e-commerce senza nessun fastidio di tipo amministrativo e burocratico addirittura evitando a chi si impegna nella vendita dei prodotti l’apertura della partita iva.

Se è possibile nutrire dubbi sulla possibilità di non aprire partita iva, occorre invece avere la certezza che qualsiasi compenso si riceva dalla vendita dei prodotti deve, secondo le norme di legge, essere dichiarata al fisco italiano.

Se l’attività viene svolta non in maniera professionale e continuativa allora l’apertura della partita iva non è richiesta: i compensi percepiti confluiranno nei redditi diversi.

Se l’attività viene svolta in maniera professionale e continuativa allora ci sono i requisiti per l’apertura della partita iva: i compensi ricevuti dalla piattaforma e-commerce dovranno essere fatturati.

La leggenda dei 5.000 euro e l’apertura della partita IVA.

Esiste su internet la leggenda per cui se la mia attività genera ricavi inferiori a 5.000 euro allora non devo aprire partita iva, mentre se la mia attività supera i 5.000 euro allora devo procedere all’apertura della partiva iva. Tutto ciò è sbagliato e non ha alcun senso. Seguendo questa regola se ho un’attività economica e non guadagno non devo aprire partita iva: SBAGLIATO.

Per valutare se devo o non devo aprire partita iva devo valutare i requisiti indicati sopra di professionalità e abitualità dell’attività che si intende svolgere e non i risultati che derivano da questa attività.


Passa all’azione e avvia il tuo e-commerce clicca qui.

 

 


Passa all’azione e avvia il tuo e-commerce clicca qui.

Aggiornamento 28 febbraio 2018

Tommaso ci chiede “Salve,

Ho letto l’articolo su dropshipping e partita IVA.
Parla di due fattore che influenzano la necessità di aprire l’IVA: professionalità e continuità. Ci sono dei criteri specifichi a livello di cifre per determinare la natura del proprio ecommerce (in merito a tali fattori)?
Avendo già lavorato per diversi mesi per un’attività di dropshipping (con base però a Londra), e possedendo quindi già le basi per aprire un negozio su Shopify a operare tramite Oberlo per vendere dalla Cina (da Aliexpress) al resto del mondo, volevo sapere quali sono i vincoli legali da rispettare.

Spero di essere stato chiaro nella formulazione della domanda, grazie dell’attenzione.

Saluti cordiali,”

Non ci sono specifici criteri questo perchè nella legge non sono indicati. Indicare criteri specifici come il fatturato potrebbe portare a delle ingiustizie. Pensiamo ad esempio se una legge indicasse come criterio il fatturaot di 5.000 euro per distinguere tra reddito professionale e occasionale. Tutte le attività che hanno utile inferiore potrebbero non avere partita iva….ingiusto ed irrealizzabile.

Nella realtà non si cono criteri prefissati, occorre leggersi e studiare cosa dicono i giudici (la giurisprudenza) per comprendere come in passato sono state prese le decisioni e quindi per cercare di capire i criteri generali. Purtroppo ad oggi non ci sono situazioni certe e nelle quali si può con sicurezza affermare di non dover aprire partita iva.

Nella tua mail parli di vincoli legali…beh i principali se la tua società opera in Italia e tu vivi in Italia la prima cosa da fare è costituire una società in Italia o avviare una ditta individuale…in tutti i casi di fatto dovrai aprire partita iva in Italia. Occorre anche chiedere una licenza per il commercio di prodotti ( a seconda dei casi alimentare o non alimentare) presso il comune in cui ha sede la tua azienda o ha sede la tua attività.

Occorre poi impostare un sistema contabile che consenta di tracciare acquisti e vendite che vengono effettuate. E’ consigliabile laddove conveniente acquistare i prodotti da un fornitore nazionale che acquista e rivende i prodotti. Siamo in grado di dare indicazioni specifiche di aziende che aiutano e girano intorno al dropshipping.

Drop-shipping e reddito di lavoro dipendente

Alberto ci chiede:

“Buongiorno, volevo farvi innanzitutto i complimenti per il sito, davvero esaustivo.
Vi contatto perchè, lavorando già nel campo dell’ecommerce come dipendente da alcuni anni, vorrei aprire un e-commerce gestito da me in dropshipping. Tuttavia però vorrei mantenere il alvoro attuale. Ho letto che si può aprire partita iva continuando a lavorare come dipendente (senza obbligo di comunicare all’azienda l’apertura della partita iva), è corretto? Quali sono i limiti? E’ conveniente? Grazie mille
Cordiali saluti”

Risposta:

Grazie Alberto per i complimenti.

Sempre più lavoratori dipendenti pensano di lanciarsi in attività di e-commerce, grazie allo sviluppo del dropshipping.
Nel tuo caso avendo esperienza diretta di e-commerce sicuramente potrai avere una marcia in più rispetto ai concorrenti.
Non esiste obbligo di comunicazione al datore di lavoro dell’apertura della partita iva.
E’ anche vero che tra datore di lavoro e lavoratore deve esserci un obbligo di reciproca lealtà stabilito dall’articolo 2105 del codice civile ” Il prestatore di lavoro non deve trattare affari, per conto proprio o di terzi, in concorrenza con l’imprenditore, né divulgare notizie attinenti all’organizzazione e ai metodi di produzione dell’impresa, o farne uso in modo da poter recare ad essa pregiudizio”.
Altre limitazioni poi possono essere inserite anche nel contratto di lavoro.

In buona sostanza se i rapporti con il tuo datore di lavoro sono buoni è bene che sappia ciò che fai in modo da essere certo di non avere contestazioni.

Ulteriore consulenza ci è possibile fornirla attraverso il nostro Corso Avvio Business messo a punto per chi fa dropshipping.

Riguardo la convenienza esistono certamente formule interessanti che sono utilizzabili a seconda dei prodotti che pensi di vendere con il tuo e-commerce.

Fattura da Aliexpress: si può avere

Buongiorno avrei una mezza intenzione di aprire la partita iva e mettermi in regola facendo un ecommerce e vendendo in Drop Shipping, sfruttando ad esempio Shopify e AliExpress. La mia domanda è puramente relativa all’ambito fiscale, nel senso che non capisco come poter ricevere di volta in volta la fattura dai fornitori su AliExpress, in quanto negli acquisti passati non mi è mai stata rilasciata e di conseguenza rilasciarla ai clienti (qualora servisse) in quanto mi sembra di capire che nei confronti dei privati non è necessaria
Grazie

Risposta:

Aliexpress non emette nessun tipo di documento giustificativo dell’acquisto che possa essere stampato facilmente. Per questo motivo sono nati alcuni plug-in per chrome che consentono di stampare non una fattura da aliexpress ma almeno un documento riepilogativo di spesa. Questo documento riepilogativo viene chiamato invoice: termine generalmente utilizzato per indicare un documento di spesa analogo alla fattura prevista dal dpr 633/72. E’ bene chiarire che questi strumenti generano un documento che non ha nessuna validità ai fini iva, ma che al pari di una stampata dello schermo, costituiscono una prova di acquisto. Un esempio di questi plug-in è www.dropshipping.store

Diverso il discorso se queste applicazioni siano obbligatorie per la tenuta della contabilità.

Passa all’azione e avvia il tuo e-commerce clicca qui.

Importazione parallela di prodotti di elettronica e informatica.

Quesito del 13/02/2019 via mail

“Come rivenditore online posso fornirmi da fornitori extra-ue di marchi famosi di prodotti di elettronica e informatica? Ovviamente seguendo la giusta procedura di pagamento di iva e dazi all’entrata dei prodotti in Italia.”

Si è possibile acquistare al di fuori dei canali ufficiali di distribuzione dei prodotti. E quindi procedere all’acquisto presso rivenditori in Cina o HK o nei paesi di origine dei prodotti. Molto però dipende anche dai marchi stessi che si intende acquistare e lo spazio e più o meno largo a seconda dei marchi. I produttori si impegnano in modo più o meno forte a rispettare gli accordi di distribuzione e possono quindi mettere in atto politiche per osteggiare questo tipo di attività.
 
Del resto basta vedere alcuni grossi negozi online che fanno proprio questo con modalità differenti tra loro. Alcuni operatori addirittura da HK o Cina propongono i loro prodotti su siti vetrina italiani saltando completamente la normale distribuzione del prodotto.
 
Occorre valutare con attenzione però i margini effettivi che si hanno se si procede all’importazione proprio per via degli aggravi dovuti all’iva e ai dazi sul prezzo di acquisto.
Altra cosa da valutare sono poi le politiche riguardo la garanzia dei prodotti: se si vendono prodotti in Italia, il venditore (non il produttore) DEVE essere in grado di fornire la garanzia di due anni che spetta sul prodotto al consumatore finale.
Occorre anche tenere presente che i prodotti sia di elettronica che di informatica devono rispettare alcuni standard di sicurezza previsti a livello europeo e nel caso dei cellulari anche standard in materia di telecomunicazioni. Anche in questo caso il rivenditore italiano è responsabile della conformità dei prodotti venduti, sotto tutti gli aspetti, alla normativa europea o nazionale.
 

Passa all’azione e avvia il tuo e-commerce clicca qui.

Costituzione della società e regime forfettario

Quesito giunto in redazione il 23/07/2019

“Buongiorno, ho letto vari vostri articoli, tutti molto chiari, grazie per questo servizio.
Ho alcune domande rimaste in sospeso per esempio: due ragazzi che aprono partita iva (ma sono già dipendenti in due lavori non pubblici. La nostra attività sarà un e-commerce di abbigliamento quindi non andrà in conflitto con i nostri attuali lavori). Possiamo rientrare nel regime forfettario se costriuamo una società?

Cioè noi due costruiamo una società ma rimaniamo dipendenti per ora… possiamo aprire partita iva con regime forfettario?

Grazie”

Risposta: Attenzione il regime forfettario si può applicare SOLO alle ditte individuali. Quindi è possibile costituire una società ma non potrà accedere al regime forfettario. 

Passa all’azione e avvia il tuo e-commerce clicca qui.

Shopify senza partita iva

(quesito giunto in redazione il 2/10/2019)

Buon giorno,
Le scrivo perchè avrei bisogno mi fossero risolti alcuni dubbi importanti in relazione alla creazione di un mio sito di dropshipping su Shopify.
Non detengo ancora partita IVA, in quanto credo che prima di aprirla sia necessario ci siano degli introiti per poterla avviare e rientrando nella soglia dei 30 giorni continuativi di attivià vorrei provare senza per un breve periodo.
Dunque mi chiedevo: sul sito di Shopify mi viene chiesto di attivare un metodo di pagamento (esempio, Shopify Payments).
Mi chiede:
il tipo di business, se ho la partita iva (si o no), indirizzo del business, i miei dettagli personali (nome, cognome, data di nascita, codice fiscale), descrizione dei prodotti, IBAN dove ricevere i pagamenti di Shopify.
Non avendo ancora creato una società o ditta, non ho ancotra chiaramente a disposizione tali informazioni relative all’azienda, pertanto, come devo fare?
Inoltre, anche se lo facessi tramite PayPal Business (abilitando la possibilità per i miei visitatori di pagare con carta) come faccio a dichiarare le tasse per i miei primi prodotti, se non detengo partita iva?
 
Grazie mille dell’aiuto,
 
Risposta
 
Non entriamo nel merito di come si compilano i campi di shopify (di competenza degli esperti in shopify) ma rispondiamo alla domanda specifica: “come faccio a dichiarare le tasse per i miei primi prodotti, se non detengo partita iva?”
 
Premesso che se si svolge continuativamente una attività continuativa di vendita occorrerà aprire partita iva al più presto. Resta comunque incauto esercitare una attività di vendita in assenza delle licenze di legge, che non sono solo costituite dalla partita iva.
Ad ogni modo tornando al quesito ( come faccio a dichiarare le tasse per i miei primi prodotti, se non detengo partita iva?)  per dichiarare gli utili di una eventuale attività di vendita occasionale occorrerà utilizzare i campi messi a disposizione nel modello redditi dedicati all’esercizio NON abituale di una attività di commercio.
Negli appositi campi andranno indicati i ricavi conseguiti e i costi sostenuti per lo svolgimento dell’attività.
 
Cordiali saluti
 
Staff LegaleFiscale.it

Passa all’azione e avvia il tuo e-commerce clicca qui.

Regime forfetario e Dropshipping

(quesito giunto in redazione il 4/11/2019)

Buongiorno,

sono titolare di una agenzia immobiliare con impresa individuale (regime forfettario). Vorrei dedicarmi al dropshipping come seconda attività. In questo caso alla partita iva già esistente devo aggiungere un codice ateco e restare in regime forfettario? grazie

Risposta:

Buongiorno, generalmente chi opera questo tipo di e-commerce (drop-shipping) non trova conveniente operare in regime forfettario per via della impossibilità di detrazione dell’iva sugli acquisti da parte di fornitori intra-UE ed extra-UE. Occorrerà valutare quindi nel caso specifico se convenga o meno cambiare regime fiscale ed abbandonare il regime forfetario.

Saluti.

Passa all’azione e avvia il tuo e-commerce clicca qui.

Hey, ciao 👋
Piacere di conoscerti.

Iscriviti per ricevere contenuti fantastici nella tua casella di posta, ogni mese.

Non inviamo spam! Leggi la nostra Informativa sulla privacy per avere maggiori informazioni.