Riprendiamo un argomento molto sentito in questo periodo ed è quello della convivenza tra lavoro dipendente e lavoro autonomo. In particolare per i dipendenti pubblici lo svolgimento di un lavoro autonomo contemporaneo all’attività di lavoro dipendente è soggetto ad una stretta regolamentazione. Nella migliore delle ipotesi lo svolgimento di un’altra attività lavorativa è sempre soggetta alla richiesta di autorizzazione.

Vediamo il quesito che ci è giunto in questi giorni, proprio su questo tema.

“Buongiorno,sono un imprenditore che ha avuto dei rapporti di lavoro occasionali  regolarmente pagati con emissioni di fatture da parte di un dipendente pubblico in regime di part time al 30% del tempo pieno, regolarmente iscritto all’albo degli agenti di commercio e con cui non c’è mai stato alcun contratto da dipendente.
A seguito di accertamento per lavoro extra istituzionale di questo dipendente pubblico da parte della guardia di finanza,è risultato che l’interessato non aveva bisogno di alcuna autorizzazione da parte della propria Amministrazione,perché era sotto la soglia del 50% del tempo pieno, ma che avrebbe dovuto comunicare alla stessa il tipo di lavoro per permettere di valutare se ci fosse stato un conflitto di interesse ai danni dell’Amministrazione.
L’assenza di tale comunicazione e il successivo conflitto d’interessi che l’Amministrazione avrebbe riscontrato ha permesso alla guardia di finanza di sanzionare il sottoscritto il doppio della somma regolarmente corrisposta a questa persona a fronte delle fatture emesse per l’opera prestata come agente di commercio,sostenendo che prima di avvalermi della collaborazione di questa persona avevo l’obbligo di informarmi se fosse un dipendente pubblico!
Vi sarei grato se mi poteste dare un chiarimento a riguardo perché tutto ciò mi sembra assurdo!”

Risposta:

E’ bene precisare che di fatto anche in caso di part-time al 30% lo svolgimento di altro tipo di lavoro da parte di un dipendente pubblico è soggetto a comunicazione al datore di lavoro pubblico. Le confermo che le sanzioni sono rivolte anche a chi ha dato lavoro ad un dipendente pubblico. Esiste infatti un obbligo di comunicazione verso la pubblica amministrazione da parte di coloro che si trovano ad essere “clienti” di un dipendente pubblico che ha aperto partita iva. Occorre infatti comunicare la corresponsione di un compenso. Ciò consente una sorta di doppio controllo riguardo il rispetto della normativa.

In soccorso  a chi ci scrive è intervenuta la Corte Costituzionale che ha dichiarato l’incostituzionalità delle sanzioni a carico dei “clienti” inconsapevoli della natura di dipendenti pubblici del professionista a cui ci si è rivolti. Nel caso specifico quindi occorre valutare in che misura la sentenza della Corte Costituzionale sia applicabile al caso specifico con l’aiuto di un avvocato specializzato.

Ecco il link con i riferimenti utili http://www.altalex.com/documents/news/2015/06/22/incostituzionalita-sanzione-dipendenti-pubblici

 

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