La deduzione delle spese dei professionisti: sintesi aggiornata a oggi.
Cosa vuol dire deducibile: significa che la spesa sostenuta è considerata anche dal fisco come un costo per il professionista e quindi viene sottratto dai ricavi. I costi deducibili quindi contribuiscono a ridurre la base imponibile e quindi le imposte.
Il principio generale di deducibilità: sono deducibili dai ricavi conseguiti tutte quelle spese che vengono sostenute nella ordinaria gestione dell’attività e quindi tutte quelle spese necessarie direttamente o indirettamente al conseguimento dei ricavi. Ad esempio:
- spese di cancelleria: toner per le stampanti, penne, matite;
- spese per lavoro dipendente e per compensi occasionali;
- spese per le utenze: acqua, riscaldamento, energia elettrica,
- acquisto di libri, riviste e aggiornamento professionale
- acquisto di beni strumentali: computer, attrezzature, stampanti, software gestionali, etc. etc.
Spese parzialmente deducibili:
- “Le spese relative a prestazioni alberghiere e a somministrazione di alimenti e bevande sono deducibili nella misura del 75 per cento e, in ogni caso, per un importo complessivamente non superiore al 2 per cento dell’ammontare dei compensi percepiti nel periodo di imposta.” Così recita l’art. 54 comma 5 del Testo Unico delle Imposte sui Redditi (T.U.I.R.)
- “Le spese di rappresentanza sono deducibili nei limiti dell’1 per cento dei compensi percepiti nel periodo di imposta. Sono comprese nelle spese di rappresentanza anche quelle sostenute per l’acquisto o l’importazione di oggetti di arte, di antiquariato o da collezione, anche se utilizzati come beni strumentali per l’esercizio dell’arte o professione, nonché quelle sostenute per l’acquisto o l’importazione di beni destinati ad essere ceduti a titolo gratuito.” Così recita l’art. 54 comma 5 del Testo Unico delle Imposte sui Redditi (T.U.I.R.).
- “Le prestazioni alberghiere e di somministrazione di alimenti e bevande acquistate direttamente dal committente non costituiscono compensi in natura per il professionista.” In altre parole qualora le spese di vitto alloggio e trasferta siano sostenute direttamente dall’azienda commitente del professionista, il professionista non è più obbligato a effettuare alcun adempimento. Le aziende che presteranno i servizi fattureranno direttamente all’azienda committente che potrà detrarsi il costo.
- “Le spese di partecipazione a convegni, congressi e simili o a corsi di aggiornamento professionale, incluse quelle di viaggio e soggiorno, sono deducibili nella misura del 50 per cento del loro ammontare.”
- Le spese per utenze telefoniche fisse e mobile sono deducibili nella misura dell’80%. Il riferimento in questo caso è all’art. 54. comma 5.
- In caso di utilizzo promiscuo della abitazione come studio del professionista è consentito la deduzione del 50% delle spese relative all’abitazione medesima.
La deduzione delle spese dei professionisti: L’auto?
La deduzione del costo delle auto incontra una forte penalizzazione rispetto alle aziende, quando si tratta di detraibilità dei costi della vettura.
Al professionista, a differenza di una ditta individuale, ad esempio, è concessa la deduzione di un solo veicolo, quindi o auto o ciclomotore ma non tutti e due. Le quote di ammortamento e i canoni di leasing sono deducibili in misura ridotta e occorre rispettare due vincoli contemporaneamente:
- la deducibilità è limitata al 20% del costo sostenuto;
- Inoltre il costo di acquisto su cui applicare la quota del 20% è soggetto a un tetto massimo. Questo tetto per le autovetture è fissato a euro 18.075,99.
Giusto per fare un esempio di come questi due vincoli operino nella pratica supponiamo che un professionista acquista una vettura del costo pari a euro 35.000. Il costo che potrà ammortizzare nei quattro anni previsti dalla legge è pari a Euro 18.075,99 x 25% x 20%= 903,75 In pratica si prende come valora di acquisto il tetto massimo previsto dalla legge e non il costo effettivo, a questo si applica la percentuale di ammortamento del 25% e in ultimo si prende come quota di costo detraibile solo il 20%.
Solo per quest’anno è possibile detrarre il 40% in più grazie al provvedimento previsto dalla legge di stabilità 2016. Vediamo nel concreto come si modificano i calcoli: 18.075,99 x 140% = 25.306,39 è il tetto massimo del costo di acquisto di una vettura. Per cui il calcolo del costo detraibili dell’ammortamento diventa: 25.306,39 x 25% x 20% = 1.265,32.
In altre parole se spendo 35.000 euro per una vettura posso detrarre per i 4 anni successivi euro 1.265,32 x 4 = 5.061,28.
L’utilizzo dell’ufficio
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