Una delle domande che mi fanno più spesso in consulenza è: quali sono i costi fissi della partita iva? E cosa succede se non guadagno nulla? Quanto pago di tasse se non guadagno nulla?

Costi fissi della partita iva: i professionisti. Nel caso di professionista iscritto alla gestione separata INPS, non ci sono imposte e non ci sono contributi stabiliti in misura fissa. Quindi i guadagni che si conseguono non vengono ridotti da eventuali costi fissi che in teoria possono persino essere pari a zero. Ciò è dovuto al fatto che le imposte non prevedono mai dei minimi fissi, quindi che tu sia un professionista in forfetario o un professionista in regime semplificato, in ogni caso le imposte sono sempre proporzionali a quello che guadagni e quindi in caso di guadagni a zero le imposte sono zero.

Nel caso di artigiani e commercianti invece, i contributi sono stabiliti in misura fissa. Questo vuol dire che l’importo da pagare è minimo di circa euro 4000, INDIPENDENTEMENTE, da quello che è il guadagno che si consegue. Se si è in forfetario si può avere una riduzione del 35% dell’importo dei contributi minimi e quindi la contribuzione si riduce a circa euro 2600 euro all’anno. Tale importo minimo copre i contributi dovuti fino a circa 16000 euro. Oltre la soglia di 16000 euro è dovuto un importo contributivo proporzionale.

Se vuoi svolgere una attività quindi commerciale, come un e-commerce o artigianale devi quindi mettere in conto un costo fisso mensile di euro 333.00 mentre se aderisci al forfetario e vuoi usufruire anche della riduzione del 35% l’importo fisso mensile è pari a euro 216,00. Quindi se non guadagni nulla sappi che in ogni caso dovrai versare i contributi Inps nella misura fissa prima indicata di euro 333 oppure 216 se hai usufruito della riduzione al 35%.

In tutti i casi, sia il professionista che l’artigiano e il commerciante, dovranno considerare i costi fissi ulteriori che sono tipici dell’attività professionale o commerciale che si intende svolgere: affitto, utenze etc. Ricordiamo che sono costi fissi tutti quei costi che non variano direttamente con il variare del reddito.

Costi fissi della partita iva: se stai per avviare un’attività professionale o commerciale è consigliabile mettere per iscritto un elenco dei costi fissi, e quindi come abbiamo detto dei vari costi di affitto locali, utenze, e in genere tutti quei costi che non variano al variare del reddito. Non devi trascurare però anche di considerare i costi variabili quali i costi delle materie prime o delle merci che intendi vendere, i costi pubblicitari (che possono avere una componente fissa e anche una componente variabile). Il tutto è finalizzato a mettere giù una elencazione di costi che dovrai essere in grado di sopportare. Capita a volte, che la mancanza di capitali, non permetta all’attività di avviarsi come meriterebbe e quindi a volte le iniziative non sfociano nel successo che meritano.

Nel considerare i costi variabili, e cioè i costi che sono più legati al variare dei ricavi, è necessario quindi anche fare delle ipotesi di ricavo che genererai nell’anno.

Unendo le previsioni di costi e di ricavi avrai ottenuto senza accorgertene il tuo primo business plan dell’attività per il primo anno di attività. Il business plan ti farà da guida nella fase di avvio dell’attività. Potrai infatti tenere traccia della correttezza delle previsioni, verificare come le modifiche alle previsioni incidono sulle previsioni di ricavi e quindi anche di utili, e potrai studiare le opportune modifiche alle tue strategie di crescita.