Eseguo prestazioni di consulenza psicologica in favore di alcuni clienti che risiedono all’estero. Oggi per la prima volta, la mia banca mi chiede maggiori dettagli relativamente ad un bonifico che ho ricevuto. Vogliono che rilasci una dichiarazione in cui specifico il motivo del pagamento perché a loro avviso la causale è troppo generica. Io non vorrei dare altre informazioni a tutela della privacy del mio cliente. Come mi devo comportare?
Risposta Commercialista Psicologi Torino
La richiesta di informazioni potrebbe essere dovuta al fatto che le banche, come tutti gli intermediari finanziari, devono assolvere ad obblighi di verifica antiriciclaggio sulle transazioni che emettono e ricevono. Potrebbe essere questo il caso. Non avendo altri elementi per inquadrare la situazione ed ipotizzando che si tratti di una verifica prevista dalla normativa antiriciclaggio, ecco che il timore di violare la privacy non ha motivo di esistere. E’ la stessa normativa privacy a dirci che qualsiasi informazione comunicata a causa di un obbligo di legge può essere operata.
Verificato dunque che si tratti di una verifica antiriciclaggio, poiché per motivi che ci sono ignoti, tale movimentazione appare sospetta, lo psicologo ha l’obbligo di fornire le informazioni necessarie alla banca. Ovviamente dovrà fare ciò nel rispetto dei principi stabiliti dal D.lgs. 196/03 ovvero comunicare i dati strettamente necessari alla verifica e quindi nel caso concreto specificare semplicemente che si tratta di una prestazione professionale svolta nell’ambito della propria specializzazione. Non dovranno esser forniti dati di alcun tipo in relazione alla diagnosi o dati sulla salute di qualsiasi tipo del paziente.
Consenso informato e privacy del minore chi firma?
E’ bene che sia il consenso informato che la privacy siano firmati da entrambe i genitori.